Il femminicidio non può essere giustificato da un “tempesta emotiva” e da una reazione scomposta di un uomo preso in giro dalla sua compagna.
Le sentenze non si giudicano, ma possono essere commentate ed è sicuramente necessario che un giudice analizzi il contesto di un omicidio, non tralasciando certo anche l’aspetto emotivo. Diverso è usare questo come attenuante per dimezzare la pena o ricevere attenuanti generiche.
I fatti di Bologna e Genova rischiano di diventare infatti dei pericolosi precedenti su fatti che purtroppo sono ancora oggi una piaga sociale. Bisogna fare attenzione a quelle diverse sfumature che potrebbero rischiare di diventare delle scuse sminuendo il fenomeno.
Così in una nota la Vice Presidente Accademia Italiana delle Scienze Polizia investigativa e Scientifica Antonella Cortese.
Fonte: Agenpress